ITALIAN MOUNTAINS

VALLONE DI SAINT MARCEL
SU NEVE

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17 dicembre 2013

Con neve alta una bella ciaspolata in un vallone poco frequentato, per le ragioni che vi dirò più avanti. Dal borgo di Saint Marcel si sale su strada asfaltata fino alla frazione Les Druges (circa 15 chilometri), dove consiglio di lasciare l'auto. Si potrebbe proseguire con l'auto, fondo stradale permettendo, fino alla zona picnic posta circa mezzo chilometro più avanti, ma Les Druges è uno dei più bei punti panoramici dell'intera Valle d'Aosta e perdersi questo panorama mozzafiato per risparmiarsi cinque minuti di cammino è una vera scemenza.
Lasciata quindi l'auto a Les Druges (quota 1600 circa) al termine della strada asfaltata, dopo essersi abbondantemente ristorati con il panorama che spazia dal gruppo del Rosa alla catena del Bianco ci si incammina, all'inizio sostanzialmente in piano, per la poderale che ci condurrà, dopo circa 9 chilometri, fino all'alpe (o meglio casa di caccia) di Grande Chaux.
Superata la zona picnic e le paline che indicano la miriade di mete raggiungibili (tramite gli unici due sentieri segnati che percorrono il vallone), si continua in un lungo falsopiano, fino a raggiungere l'unico punto realmente pericoloso nei mesi invernali: in un tratto di discesa si attraversa una enorme frana, che d'inverno con neve abbondante si trasforma in una ancora più enorme slavina; la ripidità del pendio in quel tratto, e la pericolosità oggettiva della slavina, consigliano di desistere se le condizioni non sono accettabili. Prudenza, qui si rischia grosso.


Arrivati al fondo della discesa si raggiunge il cancello (aperto) che segna l'inizio "ufficiale" del vallone: avrete così il dis-piacere di scoprire che l'intero vallone è una riserva di caccia privata, cioè detto brutalmente una macelleria a cielo aperto per quei dementi che si definiscono cacciatori "sportivi". Come se l'uccisione di esseri viventi non per necessità alimentari ma per soddisfare il proprio ego marcio potesse essere definito "sport". Questo semplice fatto fa capire che durante il periodo della caccia il vallone, ospitando battute di soci e imbecilli vari, va evitato (anni fa ho incontrato un tipo così vecchio che faticava a stare in piedi, ma il fucile che teneva sottobraccio era nuovo: era così miope e rincitrullito che avrebbe potuto spararmi se non gli avessi dato una voce. Mah ...).

Se percorrete il vallone in piena estate, un suggerimento: invece di percorrere tutta la poderale, dopo un paio di chilometri da Les Druges incontrate un sentiero sulla sinistra, che sale ripido nel bosco di larici dopo aver superato la parte alta della grande frana: raggiunta una quota di circa 2200-2250 metri prosegue con lievi saliscendi fino a scendere poi all'alpe Pian Demonin Dessous, quota 2100 circa. Il sentiero, che si può definire un E++ (ha anche un breve tratto attrezzato) offre una vista superba sulla catena delle Roise e della Becca di Salé.


Su neve alta invece si prosegue seguendo la traccia (le rare volte che c'é, altrimenti si va a memoria) della poderale, superando dapprima la piana di Mulac, assai panoramica, per poi proseguire, in due ampi curvoni in salita a tratti decisa, fino a raggiungere il laghetto di Layet (quota 2200 circa), poi un bel pianoro in vista dell'alpe e dopo un ultimo strappo la panoramica alpe Grande Chaux (quota 2375).
Il realtà raggiunta l'alpe, in condizione di neve buona, è impossibile resistere alla tentazione di salire i bei pendii dietro l'alpe stessa, sempre più panoramici man mano che si prende quota.
Ritorno per il percorso di salita.

Dislivello 940 metri circa fino a Grande Chaux, compreso il cospicuo saliscendi prima dell'ingresso nel vallone
Difficoltà E su neve buona, T d'estate se si percorre la poderale, E++ se si sceglie il sentiero balcone (da evitare d'inverno)
Note: Occhio alla buccia all'altezza della frana/slavina: in condizioni non accettabili non proseguire.


Mappa satellitare attiva della zona attorno a Grande Chaux


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