ITALIAN MOUNTAINS

COMBA DI VESSONA

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21 ottobre 2016

Il vallone di Vessona è a mio avviso uno dei luoghi più belli e scenografici dell'intera Valle d'Aosta e di tutte le alpi occidentali: stupendo in autunno, ma bello in tutte le stagioni, con o senza neve.
E' uno dei principali valloni laterali della Valpelline, posto sulla sinistra orografica nel comune di Oyace.
Scherzando, ma non troppo, potrei affermare che la difficoltà maggiore di questa escursione consiste nel trovare dove inizia il sentiero; in effetti anni fa, la prima volta che percorsi questo luogo, era inizio estate e l'erba era altissima e non ancora calpestata, confesso che ho impiegato un buon quarto d'ora a percorrere i primi duecento metri del sentiero ... inesistente. Mi stupisce sempre che un luogo così bello sia così poco conosciuto e quasi per nulla frequentato, ma tant'è, e la cosa porta con sè anche dei vantaggi.
Vediamo comunque di evitarvi questo imbarazzo iniziale.
Raggiunto il (per altro bellissimo) comune di Oyace, si parcheggia l'auto nella frazione di Closé (quota 1430), in un ampio spiazzo dove campeggiano i contenitori rotondi in legno per rifiuti; percorso il tornante, si imbocca la mulattiera lastricata che taglia i prati. Dopo poche decine di metri si trova la palina segna-sentieri che indica il percorso dell'Alta Via numero 1, che tuttavia non è il sentiero migliore in questo primo tratto. Proseguite sulla mulattiera lastricata per un centinaio di metri fino a raggiungere una seconda palina.
La palina è posta al bordo di un grande prato a maggese, e il sentiero in realtà viene di anno in anno segnato dagli allevatori che raggiungono gli alpeggi alti; in ogni caso si scende dolcemente il prato tenendosi sul lato sinistro fino a raggiungere un piccolo ponticello, dove inizia un suggestivo sentiero che scende verso il torrente Bouthier percorrendo un pendio arido cosparso di piante grasse spontanee, assai raro nel suo genere.
Superato il torrente tramite il ponte di Betenda (quota 1320 circa), si ignora il sentiero che sulla destra conduce al vallone di Verdona e si sale invece sulla sinistra, all'interno di un bosco misto di conifere, fino a raggiungere il grande piano di Vessona (quota 1900 circa).

Già a metà salita si raggiunge un primo punto panoramico sulla Valpelline, all'altezza di una radura: lo scenario è magnifico e lascia presagire cosa ci aspetta.


Percorse poche centinaia di metri nel piano grande di Vessona, con il monte Faroma che domina verso sud-est il fondo del vallone, è bene girarsi: il panorama sulla catena del Morion è spettacolare.
Si percorre per un paio di chilometri il lungo pianoro, delimitato a nord dalle guglie della Becca di Invergnaou e della Becca di Acquelou, a sud dalla Becca di Nona, con i boschi di larici che ne coprono le aspre pendici fin verso i 2400 metri.
Raggiunta la fine del grande piano, il sentiero volta decisamente a sinistra; fino a un anno fa si percorreva un sentiero a tratti non banale per superare il gradino di circa 250 metri che separa il piano grande dal piano dell'Arp Damon: ora è stata realizzata una stradina, che non si può definire poderale per le pendenze a tratti proibitive e la larghezza ridotta; un'opera minimalista, per nulla invasiva, che consente ai margari di salire dall'Arp Vieille all'Arp Damon con piccoli mezzi da lavoro.
La presenza di questa stradina consente di salire anche in presenza di ghiaccio o neve ghiacciata, cosa che prima era assai pericoloso in un paio di tratti.


Giunti al pianoro dell'Arp Damon (quota 2206) si ha di fronte la bella mole del Faroma, a destra la becca di Nona con le sue rocce marroni, a sinistra la Becca di Acquelou e i Denti di Vessona, alle spalle il panorama più grandioso: il grande piano con alle spalle la catena del Morion, il Mont Gelé e le alte cime della destra orografica della Valpelline.
Da qui si dipartono vari percorsi: a destra ad esempio, attraversato il torrente, si sale al colle di Vamea. A sinistra, l'Alta Via numero 1 sale al colle di Vessona.
In questa occasione ho approfittato dei trenta cm di neve ghiacciatissima per salire con i ramponcini dritto verso i Denti di Vessona, fermandomi ai piedi della parete rocciosa finale (quota 2650 circa): altro panorama degno di nota.

Ritorno per il percorso di salita.

Dislivello 1450 metri circa
Difficoltà E
Note: a metà del piano grande di Vessona si stacca quasi ogni anno, in presenza di neve alta, una grande slavina dal lato sud; si tratta di una slavina alta a volte svariati metri e larga almeno mezzo chilome4tro, da superare con prudenza se non ancora consolidata.


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